Porta Elisa News

Girone di andata, un bilancio

domenica, 31 dicembre 2023, 15:06

di alessandro lazzarini

Con il 2023 si chiude anche la prima metà della stagione d’esordio di Andrea Bulgarella e il suo gruppo alla guida della Lucchese 1905. Entrata in scena con proclami ambiziosi e accolta dal ritrovato entusiasmo della piazza, la nuova proprietà si è presentata con un progetto sportivo di lunga durata: nessuna spesa folle per infarcire la squadra di nomi e tentare una scalata repentina, quanto piuttosto ricostruzione delle basi di tutti i comparti del sodalizio rossonero e incremento della competitività della prima squadra attraverso il gioco e la crescita di giocatori potenzialmente in grado di fare la differenza in categoria ma per lo più non ancora di primo livello in terza serie, il tutto accompagnato dalla volontà di un equilibrio economico garantito dall’utilizzo delle ‘quote under’ per ottenere i relativi contributi.

Questa visione ha quindi guidato il mercato dalla quale è uscita la rosa della Lucchese 2023-2024; un gruppo che non ha spazzato via il passato ma, invece, ha cercato di preservarne i punti di forza, in particolar modo cementando la squadra con la conferma dell’intera e affidabile difesa della stagione precedente, soprattutto trattenendo Tiritiello, centrale di categoria superiore, e con la sola aggiunta dell’esperto Sabbione. Per la panchina è stato scelto un tecnico esordiente e dai principi moderni come Giorgio Gorgone e in qualità di direttore sportivo è stato ingaggiato Alessandro Frara, entrambi reduci dell’esperienza nel proficuo settore giovanile del Frosinone. Proprio a quest’ultimo, in tandem con l’esperto direttore generale Giuseppe Mangiarano, è toccato condurre le trattative estive e affiancare alla già citata difesa interamente confermata gli uomini giusti per l’idea che si voleva realizzare. Il centrocampo è stato quasi interamente ricostruito, in special modo ingaggiando Gucher, mediano di lusso in serie C, capace di difendere e costruire come pochi altri, e facendosi dare in prestito dal Frosinone il duttile e promettente Cangianello; accanto a loro l’affidabile conferma di Tumbarello, del jolly Visconti e del fantasista Rizzo Pinna, oltre all’arrivo in prestito della ‘quota’ Djibril. Ancor più sostanzioso il cambiamento nel settore offensivo, dove Frara è riuscito ad assicurarsi le prestazioni dell’ala Guadagni, giovane di prospettiva, e dell’incursore Russo, devastante l’anno prima nel San Donato Tavernelle; a completare il quadro il ritorno di Fedato, talento fuori categoria ma perennemente inespresso a quelli che si ritengono essere i suoi livelli possibili e l’arrivo del centravanti Magnaghi, un nome importante in serie C ma reduce da un infortunio, con il confermato Romero e i giovani Sueva e Yeboah come rincalzi 

Quello condotto si può considerare un mercato coerente con quanto promesso e anche intelligente in prospettiva, una squadra con grandi giocatori nei ruoli chiave e diversi talenti frizzanti per mettere in pratica quelli che sono i precetti di Gorgone: un 4-2-3-1 con difesa alta, ricerca del dominio del pallone, pressing alto, esterni dai piedi invertiti per penetrazioni nelle aree avversarie veloci e imprevedibili. Ne è venuto che fino a metà ottobre la Lucchese è stata una squadra spettacolare, veloce, capace di mettere sotto a livello di occasioni quasi tutti gli avversari senza alcun timore reverenziale. Certo, la quantità di gol realizzati era incredibilmente bassa rispetto a quanto creato, mentre in difesa, benché i rossoneri subissero pochi gol, venivano accettati i rischi dell’uno contro uno nelle ripartenze in campo aperto. Poi è arrivato lo scontro sul campo della Torres prima in classifica a punteggio pieno, la Lucchese domina e fallisce numerose occasioni anche in questo caso, solo che stavolta le sporadiche ripartenze dei sardi, incredibilmente cinici, hanno successo e arriva la prima sconfitta, seguita tre giorni dopo da un’altra sconfitta parziale e clamorosamente immeritata nel recupero sul campo della Spal: si partiva dal 2-1 rossonero, la mezz’ora giocata è un monologo degli uomini di Gorgone ma il gol è biancoceleste, finisce in parità. Il 22 ottobre c’è l’occasione dl riscatto contro il tambureggiante Pescara e la prima mezz’ora è una partita d’altri tempi con rovesciamenti di fronte e occasioni continue, la Pantera è in vantaggio, poi alla mezz’ora Tiritiello viene espulso, la Lucchese in dieci non è più se stessa e gli abruzzesi rischiano di dilagare oltre misura. Al trentesimo di quella partita è finita la spumeggiante Lucchese di inizio stagione di Gorgone, la squadra da qual momento non ha più fatto vedere la spavalderia delle prime giornate ed ha iniziato un nuovo campionato fatto di prestazioni deludenti, clamorosa inconsistenza offensiva e cambi di modulo per trovare la quadratura in una formazione che sembrava fare acqua in difesa da tutte le parti.

Certo anche gli infortuni hanno giocato la loro parte, Tiritiello si fa male diverse volte, Benassai convive con una condizione precaria, De Maria pure, così come spesso è assente Sabbione, Visconti salta molte partite, Fedato rimedia un lungo infortunio e, come se non bastasse, Guadagni, che aveva fatto la differenza nelle prime giornate, si perde offrendo prestazioni inspiegabili e finendo addirittura relegato costantemente in panchina, con Russo adattato nella sua posizione e quindi tolto dal ruolo di trequartista dove aveva fatto impazzire tante difese. Sugli scudi sale allora Rizzo Pinna, le sue giocate e calci da fermo diventano quella che sembra essere l’unica risorsa della Pantera per far gol. 

La nuova realtà proposta da Gorgone è sporca, in linea con la categoria, pochi fronzoli e ricerca della sostanza, ma i rossoneri nelle ultime dieci partite hanno segnato solo cinque volte e ci sembra questo il dato fondamentale di questa prima parte della stagione: è una media agghiacciante che suggerisce significativi ritocchi in fase di mercato invernale, perché il livello medio della categoria è salito molto e in questa nuova realtà quella che poteva sembrare una rosa da primi 5-6 posti si è in realtà rivelato un assortimento che in condizioni avverse potrebbe anche essere risucchiato in zona playout.

Il bilancio del primo scorcio di gestione Bulgarella quindi, si può dire che è quello di un progetto sportivo lodevole, minato però da una rosa troppo risicata i cui limiti sono stati esasperati dalle troppe e ricorrenti assenze di giocatori fondamentali, con altri che invece sono stati spremuti all’inverosimile. Con i giusti innesti c’è comunque tempo per consolidare la classifica e, magari, proporre qualcosa di divertente, sia in campionato che in Coppa Italia, a quei tifosi che erano tornati allo stadio e quando hanno visto che le cose erano come sono sempre state ultimamente, cioè spettacolo e risultati mediocri, sono di nuovo fuggiti.




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