Galleria Rossonera
venerdì, 22 novembre 2024, 08:55
di gianluca andreuccetti
Lunedì sera, la Lucchese scenderà in campo al "Porta Elisa" contro il Pontedera, in quello che potrebbe essere un crocevia importante per quanto riguarda questa stagione. Di fronte ci sarà Marcos Espeche, lui che non sarà mai un semplice ex di questa sfida. Sí perché l'argentino è stato uno dei protagonisti della storia recente della Pantera. Dal 2011 al 2018, un percorso lungo con 221 presenze all'attivo, fatto di alto e bassi, con due campionati vinti e il ritorno tra i professionisti. Un difensore, un leader che anche da avversario sarà sempre accolto a braccia aperte dal pubblico di fede rossonera. Marcos Espeche ha rilasciato un'intervista ai nostri microfoni. Queste le sue parole.
Che cosa le ha lasciato la Lucchese?
"I ricordi sono tanti, sette anni non si scordano facilmente. A Lucca sono cresciuto sia umanamente che calcisticamente, partendo dall'Eccellenza arrivando fino al quarto di finale dei playoff di Serie C contro il Parma. É sempre un piacere tornare al Porta Elisa".
Una partita che le é rimasta particolarmente impressa?
"Sicuramente il derby vinto per 2-1 nel 2015 contro il Pisa. Un match significativo, decisa dai gol di Forte e Lo Sicco. Un ricordo che rimarrà per sempre nel mio cuore".
Prima di giocare come difensore, lei era un centrocampista...
"Sí, esattamente. Sono arrivato a Lucca nel 2011 come centrocampista centrale. Poi le dinamiche di quel campionato portarono mister Giacomo Lazzini ad arretrare il mio raggio d'azione".
Un allenatore con il quale è rimasto particolarmente legato?
"Pagliuca mi ha lasciato tanto, sia a livello caratteriale che calcistico. Un tecnico preparatissimo, al punto di curare ogni minimo dettaglio. I meriti della promozione di Correggio vanno in gran parte a lui. Dopo quella stagione, ha avuto un po' di fatica, ma nel lungo termine ha dimostrato di essere un allenatore valido. Un lavoratore che cerca di trasmettere la sua passione per il calcio e mette i suoi ragazzi nelle condizioni di esprimersi al massimo".
Che effetto le ha fatto esordire in Serie B a 35 anni?
"La sensazione è stata quella di aver raggiunto qualcosa di importante, per il quale uno lavora quotidianamente. La vittoria dei playoff con la Reggiana, l'esordio in Serie B con la fascia da capitano al braccio contro il Pisa: tutti episodi che hanno contribuito a rendere quel momento indimenticabile".
In questa stagione il Pontedera sta faticando: come se la spiega questa prima parte difficile
"Posso dire che i risultati non rispecchiano le prestazioni di squadra. Non c'è bisogno di parlare, in campo si percepisce che ogni singolo giocatore non accetta questo momento. Sappiamo dell'importanza della gara di lunedì, una partita che non vale solo 3 punti e che ci può aiutare a dare una sterzata a questo campionato".
Dall'esterno, la Lucchese che impressione le ha fatto?
"Singolarmente, i rossoneri hanno dei valori importanti. Dall'esterno, la sensazione è che nell'insieme c'è qualcosa che non funziona. La Lucchese non è una squadra "morta", ha dei valori che possono spostare gli equilibri sia in positivo che in negativo. Dovremo fare attenzione ad ogni singolo particolare".
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