Porta Elisa News

Barsanti risponde a Veli: "Ecco i contatti intercorsi con i potenziali acquirenti"

giovedì, 23 gennaio 2025, 21:00

di emanuela lo guzzo

La presentazione alla stampa della nuova proprietà rossonera, avvenuta ieri allo Stadio Porta Elisa in un clima blindatissimo, con forze dell’ordine e servizio di stewarding a impedire ai tifosi anche solo di avvicinarsi alle porte di quello che è il loro tempio, continua a lasciare non pochi dubbi sulla trasparenza dell’operazione.

Tra le tante domande poste, c’è stata quella riguardo ai rapporti con l’amministrazione comunale di Lucca alla quale mentre il presidente Longo si è limitato a rispondere con un telegrafico: “Tasto dolente, ‘nnaccia ‘a miseria”, il direttore generale Veli, dopo un pacato “lungi da me alimentare polemiche” si è sbilanciato invece in un’accusa piuttosto forte alla stessa amministrazione sostenendo infatti che, dopo aver avuto contatti interlocutori nelle date del 4 e del 7 gennaio con gli acquirenti e aver dato il proprio benestare, la mattina dell’ufficializzazione della cessione, l’amministrazione avrebbe di colpo cambiato idea, fatto marcia indietro e finto di non saperne nulla. Alla nostra obiezione sul fatto che nelle date indicate, i presunti contatti fossero stati con un rappresentante dell’Abc Assevera - una società sulla cui affidabilità il Comune aveva manifestato forti perplessità attraverso un duro comunicato stampa – Veli, facendo ironia sull’eventuale mancanza di comunicazione tra sindaco e vicesindaco, alla richiesta di chiarimenti riguardo agli interpreti dell’interlocuzione, non risponde arrampicandosi su un banale “chiedete al vicesindaco”.

È quello che dunque abbiamo fatto.

Raccogliendo la richiesta del nuovo dg rossonero, abbiamo chiesto spiegazioni al vicesindaco e assessore allo sport del Comune di Lucca, Fabio Barsanti, il quale, a differenza del suo accusatore, è stato chirurgico nelle risposte.

“La sola conversazione telefonica con il rappresentante della parte intenzionata all’acquisto della Lucchese – spiega Barsanti -, è intercorsa alle 16 di giovedì 2 gennaio. Una persona che si è identificata come Giuseppe Vitaglione mi informava dell’interesse ad acquistare la società rossonera indicando come data della firma il 7 gennaio. Non avendo idea di chi rappresentasse e per conto di chi agisse e non riuscendo a rintracciare in quelle ore il dottor Lo Faso, abbiamo fatto le nostre ricerche che non hanno fornito rassicurazioni sufficienti ad avallare la trattativa. Dopo un’attenta riflessione che ha coinvolto tutti i membri dell’amministrazione, abbiamo quindi preso tempo per approfondire ulteriormente la situazione rimandando l’incontro. Lo stesso Vitaglione, il 4 gennaio, attraverso un messaggio mi informava del fatto che era vicino a firmare chiedendo di poter agire assieme per avvicinare la città alla Lucchese. Non ho risposto al messaggio”.

Il dottor Lo Faso non aveva mai fatto cenno a questa società?

“Fino a quel momento no. Noi abbiamo sempre dimostrato grande apertura alla proprietà del presidente Bulgarella e ci siamo interessati di fare da tramite con delle realtà imprenditoriali, ma la situazione della Lucchese non era tale da poter assicurare una trattativa in tempi strettissimi. In seguito al contatto con Vitaglione e davanti alla nostra insistenza di conoscere i nomi delle realtà interessate, il dottor Lo Faso, in una call richiesta d’urgenza dal Comune il 7 gennaio, si è limitato a elencare sommariamente alcune cordate indicando tra queste un gruppo olandese, un gruppo di imprenditori toscani, quello di una società di grande distribuzione che però non avrebbe potuto concludere l’acquisto prima della fine della stagione e una società romana denominata Abc a cui per la prima volta sono stati accostati i nomi di Vitaglione e dell’avvocato Longo”. 

Quindi Vitaglione e Longo sono stati effettivamente nominati da Lo Faso nell’operazione che portava all’acquisto della Lucchese da parte di questa Abc romana?

“Esatto. Lo stesso pomeriggio del 7 gennaio poi, in un’altra call, Lo Faso, incalzato dalle domande, si è lasciato scappare il nome di Abc Assevera. Le verifiche conseguenti, che hanno generato poche rassicurazioni, hanno portato l’amministrazione a insistere ulteriormente con il dottor Lo Faso affinché abbandonasse questa strada e lo stesso, l’11 gennaio ci rassicurava sul fatto che fosse sfumata la pista con Abc Assevera e che si fossero materializzati due nuovi potenziali acquirenti: un’altra società romana rappresentata da un avvocato della curia di Napoli e un sodalizio con a capo Ettore Serra, ex presidente del Chieti. Pur negando che dietro la società romana ci fosse Abc Assevera, non negava invece che qualcuno dei personaggi coinvolti potesse avere dei collegamenti con essa. Da qui la nostra richiesta di non affrettare i tempi per permetterci di proseguire ancora sulla nostra affannosa ricerca di nuovi soggetti affidabili. A quel punto Lo Faso ha manifestato la necessità di vendere rapidamente per evitare il proprio fallimento personale”.

Nel frattempo non ha più ricevuto chiamate da Vitaglione?

“Ho ricevuto chiamate alle quali non ho risposto”.

Poi ci risulta che il dottor Lo Faso abbia inviato un ultimo messaggio.

“In seguito al comunicato del Comune di domenica 12 gennaio in cui si manifestavano pubblicamente le perplessità sull’affidabilità degli acquirenti e in cui venivano richiesti senno, consapevolezza e rispetto per il futuro della Lucchese, Lo Faso nel pomeriggio ci ha comunicato di essere “a zero” con le trattative essendosi ritirati tutti i potenziali acquirenti. A quel punto ha chiesto a noi una mano. Il giorno non siamo mai riusciti a metterci in contatto con lui e il giorno dopo abbiamo appreso della cessione della Lucchese dalla stampa. Solo in un secondo momento è stato scoperto che la cessione è stata formalizzata nel pomeriggio di lunedì, ovvero nemmeno ventiquattro ore dopo che Lo Faso aveva asserito di non avere più alcuna trattativa in piedi”.

 

Non siamo in grado di fornire spiegazioni in merito alla matassa in cui è avvolta la Lucchese, ma una cosa ci appare chiarissima: il neo direttore generale, avvocato Riccardo Veli, si è confuso. O peggio, a pochi giorni di distanza da quella del presidente Longo, ha messo agli atti la sua prima gaffe.




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