Porta Elisa News
mercoledì, 13 novembre 2024, 08:23
di alessandro lazzarini
Quando Testini dice che ogni partita "non può essere l'ultima spiaggia" esprime una incontestabile realtà, perché la Lucchese attualmente è fuori dalla zona playout e mancano talmente tante partite alla fine del campionato che c'è sicuramente tempo di rifarsi. La dichiarazione è però apparsa un po' fuori luogo perché in un certo senso dimostra che lo staff tecnico non ha ben chiaro lo spirito con cui i tifosi hanno vissuto il filotto di risultati negativi inanellati dai rossoneri negli ultimi due mesi: l'ansia della vittoria e del risultato non era determinata da una non meglio precisata urgenza di classifica in vista della salvezza, ma dalla speranza che la Lucchese riuscisse a ottenere i punti necessari per dar l'impressione di poter disputare un campionato diverso, magari con qualche ambizione di classifica, che permettesse ai tifosi di sognare qualcosa di diverso dall'ennesima stagione anonima.
Se non si capisce lo spirito con cui un pubblico ormai decimato e depresso vive le gesta di una squadra allo sbando, che prima ha perso punti per errori individuali grotteschi e in questa fase è incapace non solo di vincere ma anche di impensierire i portieri avversari, poi risulta difficile stabilire quella armonia necessaria a creare quell'unione che a volte porta a un'alchimia che vale più delle scelte tattiche e delle qualità tecniche del gruppo.
In questo senso la partita col Legnago era davvero l'ultima spiaggia, perché il fanalino di coda della classifica era certamente la squadra ideale per infrangere il tabù casalingo, una statistica umiliante, e mettere fieno in cascina per una classifica che si fa sempre più deficitaria. Certo, non è che le premesse creino la garanzia del risultato e i lombardi si sono dimostrati quanto meno all'altezza della Lucchese, ma vedere uno schieramento che annaspa ma che non viene mai corretto tatticamente, vedere giocatori coi crampi e la lingua per terra col primo cambio che arriva a dieci minuti dalla fine e, inoltre, osservare il perno e titolare di centrocampo lasciato in panchina, mandato a scaldarsi nel primo tempo e mai messo in campo nonostante due mediani in difficoltà e, anzi, con Quirini mandato a fare la mezzala, lascia davvero il dubbio che si sia affrontato la partita facendo esperimenti e senza capire l'importanza di vincerla a tutti i costi.
Pronostici alla mano, se guardiamo i prossimi avversari della Pantera da qua alla fine del girone d'andata e prendiamo atto di quanto visto sul campo da qualche partita a questa parte, non si può che pensare che al giro di boa i rossoneri saranno in piena zona playout e miseramente invischiati nella lotta per la salvezza. Invertire la tendenza quindi ci sembra diventato incredibilmente urgente e, certamente, adesso ogni partita è l'ultima spiaggia, perché se sommiamo l'approssimazione societaria, le talvolta stravaganti scelte tecniche, una condizione fisica inquietante e la delusione dei tifosi, non ci sembra che l'ambiente sia quello adatto per affrontare in modo ottimale la melma della lotta per la salvezza.
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